Euro’88, Germania Ovest-Italia

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La prima partita dei campionati europei del 1988 si disputò il 10 giugno tra i padroni di casa della Germania Ovest e l’Italia. Una gara sulla carta equilibrata e che non tradì le attese.

Le due squadre scesero in campo con le seguenti formazioni:

Italia: Zenga, Bergomi, Maldini, Baresi , Ferri, Ancelotti, Donadoni, De Napoli (De Agostini), Mancini, Giannini, Vialli  Ct Vicini.

Germania Ovest: Immel, Kohler, Brehme, Buchwald, Herget,Berthold, Littbarsky, Matthaus, Voller, Thon, Klinsmann  Ct Beckenbauer.

Iniziare bene quell’Europeo era fondamentale per entrambe le squadre visto che il girone, con la presenza di Spagna e Danimarca, era davvero durissimo. Il livello di quella competizione era molto alto, basterebbe dare un’occhiata alle rose delle otto squadre partecipanti. Parliamo di calciatori del calibro di Gullit, Van Basten, Matthaüs, Brehme, Baresi, Maldini, Dasaev, Mychajlyčenko, Lineker, Butragueño, Michael Laudrup e tanti altri.

Gli azzurri iniziarono subito bene: la giovane Italia di Vicini era una squadra sbarazzina e molto tecnica, che mise  in difficoltà la compagine tedesca. L’occasione più ghiotta dei primi 45 minuti capitò a Vialli, il cui tiro però si infranse su Immel. La Germania allenata da Beckenbauer nel primo tempo soffrì particolarmente la velocità di Vialli e Donadoni.

Nella ripresa ecco il vantaggio azzurro: è il 52′ quando Donadoni a destra lavorò un bellissimo pallone per Mancini,  che con un rasoterra chirurgico superò il portiere avversario portandoci in vantaggio. L’esultanza di Mancini fu rabbiosa, in particolare si scagliò contro i giornalisti che alla vigilia dell’Europeo avevano espresso perplessità sul calciatore della Sampdoria, scrivendo che sarebbe stato meglio far giocare l’esperto Altobelli. Purtroppo il vantaggio durò solamente tre minuti. Zenga si attardò con il pallone in mano e a quel punto l’arbitro, tra lo stupore generale, fischiò un fallo a due in area. Una punizione davvero generosa per la Germania Ovest. Lo specialista Brehme calciò una punizione potente e precisa che superò Zenga. Il punteggio era nuovamente di parità.

Le due squadre continuavano a darsi battaglia, ma negli ultimi dieci minuti la stanchezza iniziò a farsi sentire. Il match terminò 1-1, un risultato che lasciava ancora tutto aperto. Gli azzurri avevano fatto sicuramente qualcosina in più rispetto a Matthaus e compagni, che riuscirono a pareggiare solamente grazie a quel calcio di punizione molto dubbio. Per Azeglio Vicini tante conferme e l’impressione di aver creato un bel giocattolo, un’Italia giovane e con tanta personalità.

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