Per le interviste esclusive di Altro Calcio anni ‘80-’90, abbiamo incontrato Ivan Rizzardi ex terzino di Cremonese, Napoli e Bari.
Lei cresce calcisticamente nella Cremonese. Ci racconta il suo esordio con la prima squadra in Serie B?
Il mio esordio fu molto positivo e avvenne nella prima giornata della stagione 1987/88. A Parma riuscimmo a battere gli emiliani con il risultato di 0-2 con reti di Alviero Chiorri e Attilio Lombardo. Una partita in cui dominammo dal primo minuto imponendo il nostro gioco contro un’ottima squadra. Quello per noi fu l’inizio di un percorso importante che però non ci permise di raggiungere la promozione in Serie A, che sfumò per pochi punti.
Nella stagione 1988/89 la Cremonese fu promossa in A dopo aver vinto lo spareggio contro la Reggina ai calci di rigore. Quali sono i ricordi più belli legati a quella partita?
I ricordi legati a quella partita sono contrastanti: da una parte ovviamente la grandissima gioia per aver conquistato la promozione in serie A, ma dall’altra parte ricordo anche la paura e l’ansia che accompagnò la vigilia di questa gara. Il problema fu che andammo a giocare questo spareggio in condizioni fisiche molto approssimative, visto che venivamo da una stagione che ci aveva messo a dura prova. Inoltre affrontavamo una buonissima squadra come la Reggina allenata da Nevio Scala, che disputò davvero un grande campionato sciorinando un bel gioco. Riuscimmo ad avere la meglio ai calci di rigore grazie alle parate di un superlativo Rampulla. Quella vittoria fu una vera impresa, perché oltre alle nostre difficoltà fisiche si aggiunsero anche quelle ambientali; infatti la partita fu giocata a Pescara e sugli spalti c’erano cinquecento cremonesi e ventimila tifosi della Reggina. Comunque nonostante tutto fu determinante la nostra feroce voglia di raggiungere l’obbiettivo della Serie A.
Nei suoi anni in grigiorosso quale considera tra i suoi ex compagni di squadra il calciatore più forte con il quale abbia mai giocato?
Il calciatore più talentuoso con il quale io abbia mai giocato a Cremona è stato sicuramente Alviero Chiorri. A mio avviso in quel periodo è stato in assoluto uno dei più grandi talenti del calcio italiano.
Dopo la buona stagione in A con la Cremonese passa al Napoli. Che bilancio fa della sua esperienza con partenopei?
La mia esperienza a Napoli è stata davvero unica. Per me che arrivavo da una società di provincia fu uno onore trasferirmi in una grande squadra, che tra l’altro era campione d’Italia in carica e poteva annoverare tra le sue file grandi campioni sia stranieri che italiani. Fu un’annata importante che mi fece crescere non solo dal punto di vista professionale ma anche umano. Ancora oggi ho tanti amici nel capoluogo campano, una città speciale che porto nel cuore.
Nel 1991 va al Bari. Quella squadra dopo acquisti importanti, come ad esempio quello di Platt, era indicata come una candidata alla qualificazione in Uefa e invece precipitò in B. Cosa non funzionò in quella annata? Il problema principale fu quello dell’attacco con il flop di Farina e l’infortunio di Joao Paulo oppure furono altre le cause che contribuirono alla retrocessione?
A Bari arrivammo tutti con grandi aspettative e in effetti l’obbiettivo era quello di raggiungere la qualificazione in Coppa Uefa. I motivi di quella disfatta furono tanti a partire dalla società, dalle strutture non all’altezza, da una serie di eventi sfortunati e poi ovviamente le colpe principali furono quelle di noi calciatori, che ci esprimemmo tutti al di sotto delle nostre possibilità. Successivamente il rapido cambio di allenatore e troppi arrivi nel mercato di novembre alimentarono altra confusione. Purtroppo fu una di quelle annate negative dove andò tutto male. Per quanto riguarda il problema dell’attacco, sicuramente l’infortunio di Joao Paulo ci penalizzò e Farina avrebbe avuto bisogno di un po’ più di tempo per l’ambientamento, ma il problema principale non fu quello. Purtroppo, come ho già detto, molti di noi disputarono una stagione negativa e fu davvero un peccato anche perché arrivarono giocatori importanti come Platt, Boban, Jarni, Angelo Carbone, Progna, Daniele Fortunato ecc.
Di cosa si occupa attualmente?
Oggi fortunatamente mi occupo ancora di calcio, sono responsabile del settore giovanile della Calvina, una società della provincia di Brescia che gioca nel Campionato Nazionale Dilettanti. Mi piace lavorare con i giovani e credo che oggi il calcio italiano dovrebbe ripartire proprio dai settori giovanili, che invece negli ultimi anni sono stai completamente abbandonati in tutte le categorie, anche in Serie A.