Nella stagione 1991/92 il Brescia, protagonista di un grande campionato in serie B, riuscì a conquistare una meritatissima promozione. L’allenatore di quella squadra era il rumeno Mircea Lucescu, alla sua seconda stagione in Italia dopo l’esperienza vissuta a Pisa .
Per la serie A 1992/93 la società bresciana doveva rinforzarsi per puntare alla salvezza, ma soprattutto aveva il problema di sostituire pedine importanti come Ganz, Carnasciali e Luzardi, ceduti rispettivamente all’Atalanta, Fiorentina e Lazio. Lucescu pensò subito ai suoi vecchi pupilli, che aveva allenato nella nazionale rumena. Stiamo parlando di calciatori del calibro Hagi, Răducioiu, Sabau e Mateut. Quattro elementi di livello internazionale, che indubbiamente andavano ad arricchire il bagaglio tecnico e d’esperienza della compagine lombarda.
L’acquisto che fece più scalpore fu sicuramente quello di Gheorghe Hagi. Il numero dieci rumeno, soprannominato il Maradona dei Carpazi, era considerato uno dei calciatori più talentuosi al mondo, e proveniva nientepopodimeno che dal grande Real Madrid. Un rinforzo incredibile per una squadra provinciale come il Brescia e che tra l’altro Lucescu conosceva molto bene per averlo fatto esordire in nazionale. Il mister rumeno portò nella città lombarda anche Răducioiu, Sabau e Mateut, calciatori che aveva allenato sia nella Dinamo Bucarest che in nazionale e di cui ovviamente conosceva alla perfezione sia pregi che difetti.
In realtà Florin Răducioiu era già la sua terza esperienza in Italia, dopo le avventure non certo esaltanti con Bari e Verona. In Puglia l’attaccante rumeno dimostrò solo a tratti il suo talento, ma risultò essere troppo discontinuo e forse ancora un po’ acerbo per la serie A. Invece l’esperienza veronese fu particolarmente negativa e Răducioiu, suo malgrado, divenne in breve tempo il bersaglio preferito della Gialappa’s Band a causa dei tanti gol sbagliati.
Sabau e Mateut erano calciatori che avevano già accumulato esperienze importanti in Europa, rispettivamente in Olanda e in Spagna.
Il girone d’andata per il Brescia fu abbastanza positivo con buoni risultati e con un gioco propositivo. La mano di un tecnico preparato ed esperto come Mircea Lucescu era evidente. I lombardi furono trascinati soprattutto da Hagi e da un ritrovato Răducioiu. L’ex Real Madrid siglò otto reti e mise in luce ancora una volta tutto il suo talento, mentre l’ex attaccante del Verona realizzò ben tredici gol dimostrando che i giudizi negativi su di lui nei due campionati precedenti erano stati troppo affrettati.
Purtroppo nel girone di ritorno il Brescia ebbe un evidente calo di rendimento e la squadra precipitò in zona retrocessione. Per fortuna nelle ultime cinque partite gli uomini di Lucescu riuscirono ad ottenere tre vittorie, che permisero ai lombardi di lottare per la salvezza fino alla fine.
Hagi e compagni chiusero il campionato al quartultimo posto a pari punti con Fiorentina e Udinese. A giocarsi lo spareggio per la permanenza in A furono proprio i lombardi e la squadra friulana. La Fiorentina retrocesse in B a causa degli scontri diretti.
Lo spareggio Udinese-Brescia fu giocato a Bologna il 12 giugno 1993 e vide la vittoria dei friulani con il risultato di 3-1. Nel primo tempo al vantaggio di Balbo, il Brescia rispose con la rete dell’esperto Domini. Nella ripresa l’Udinese, allenata da Bigon, vinse la partita grazie alle reti di Alessandro Orlando e ad un rigore calciato da Dell’Anno.
Così il Brescia, dopo una sola stagione, ritornò immediatamente nel campionato cadetto. L’avvento dei nazionali rumeni non fu sufficiente per conservare la categoria.