Portogallo-Italia 1-3. Quando si fermò anche il festival di Sanremo

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Il 24 febbraio 1993 si disputò ad Oporto la partita Portogallo-Italia, match di qualificazione ai mondiali di Usa ‘94.
Gli azzurri venivano da tre prestazioni poco brillanti, in cui avevano ottenuto due pareggi contro Svizzera e Scozia e una vittoria striminzita contro Malta. Un altro passo falso contro il Portogallo avrebbe voluto dire mettere in serio pericolo la qualificazione ai mondiali. Sacchi era già stato messo in discussione dalla critica, le sue scelte non convincevano e la squadra sembrava ancora essere priva di un’identità ben precisa.
L’avversario era particolarmente ostico, parliamo di un Portogallo che poteva annoverare tra le sue fila elementi del calibro di Futre, Figo, Fernando Couto, Vitor Baia, Rui Barros e tanti altri calciatori di livello internazionale. Gli azzurri dovevano vincere, anche un pareggio avrebbe potuto compromettere il cammino verso il mondiale statunitense.
Curiosità: in quel giorno fu cancellata una serata del Festival di Sanremo proprio per mandare in onda la partita su Rai Uno. In Italia solo un match della nazionale poteva riuscire a bloccare un evento come quello del Festival di Pippo Baudo.
Sacchi per l’occasione sostituì l’indisponibile Baresi con il mitico e inossidabile Pietro Vierchowod e affidò il reparto offensivo a Roberto Baggio, Signori (schierato a sinistra) e Casiraghi. Sulla destra vi fu l’esordio in nazionale di Diego Fuser, protagonista di una grande stagione con la Lazio.
L’avvio della squadra azzurra fu esaltante: al secondo minuto un bel lancio di Maldini pescò in area R.Baggio, sontuosa la sua prestazione, che con un stop incredibile fermò il pallone con il destro e con un elegante tocco di sinistro superò Vitor Baia. Un grandissimo gol! Ma il grande avvio della nostra nazionale non si fermò al gol del “divin codino”, al 25’ un assist perfetto di Albertini trovò in profondità il taglio di Casiraghi, che da bomber navigato anticipò la difesa lusitana e depositò in rete. Portogallo-Italia 0-2! Sicuramente la nazionale più bella della gestione Sacchi nel corso di quelle qualificazioni. Iniziava a funzionare il reparto offensivo, la scelta del mister di Fusignano di schierare Casiraghi come prima punta era stata decisiva. Purtroppo dopo pochi minuti dal suo gol, Casiraghi fu costretto ad abbandonare il terreno di gioco. Al suo posto entrò il talentuoso Gigi Lentini, a quel punto Signori lasciò la fascia sinistra al milanista e tornò nel suo ruolo, facendo coppia in attacco con Baggio. Il primo tempo terminò con gli azzurri padroni del campo.
Il Portogallo iniziò la ripresa con un piglio diverso affacciandosi diverse volte dalle parti di Pagliuca. Al 57’ ecco il gol dei lusitani: Futre da calcio d’angolo innescò Fernando Couto, che con un preciso colpo di testa superò Pagliuca. In realtà il gol era da annullare, vista la netta carica sul portiere azzurro, ma l’arbitro fu di un altro parere. A quel punto lo stadio di Oporto diventò un’autentica bolgia, per Maldini e compagni la partita iniziò a complicarsi.
Ad ammutolire nuovamente il pubblico portoghese ci pensò Dino Baggio, calciatore determinante durante le qualificazioni al mondiale, che al 74’ con una delle sue bombe siglò il terzo gol per gli azzurri. Il giovane centrocampista con un tiro potentissimo diretto verso l’incrocio dei pali superò l’incolpevole Vitor Baia. Una partita praticamente chiusa.
L’Italia, dopo due pareggi e una brutta prova contro Malta, riuscì finalmente a convincere e a rilanciarsi in ottica qualificazione. Finalmente il 4-4-2 di Sacchi iniziava a dare i suoi frutti, anche se la strada che portava negli Stati Uniti era ancora lunga.
Sacchi nel dopo partita era raggiante e dichiarò in sala stampa: “Il gol di Roberto Baggio subito in apertura ci ha facilitato le cose, dopo appena venti minuti la situazione era in mano nostra. Purtroppo perdere Casiraghi ha influito un po’ sul rendimento della squadra. Nel secondo tempo i portoghesi aumentando molto il ritmo ci hanno messo in difficoltà, ma per fortuna il gol di Dino ha chiuso il discorso. Non possiamo ancora parlare di svolta, diciamo che è una base su cui continuare. L’ America non è vicinissima, così come noi siamo venuti a vincere a Oporto, loro potrebbero farlo da noi. Anche la Scozia è ancora in corsa. Pensiamo piuttosto a vincere le prossime tre partite”.
 

 

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