Il Lecce nella stagione 1989/90 poteva contare su una coppia d’attacco molto esperta composta da Pietro Paolo Virdis, fresco campione d’Europa con il Milan, e dall’argentino Pedro Pasculli, che ormai era alla sua quinta stagione in maglia giallorossa. I due, oltre all’indiscutibile valore tecnico, erano calciatori che potevano vantare anche una notevole esperienza a livello internazionale. L’attaccante sardo durante la sua lunga carriera aveva accumulato molte presenze nelle coppe europee, ed era stato il bomber della nazionale olimpica a Seul ‘88. L’argentino era campione del mondo avendo partecipato al mondiale di Mexico ‘86, competizione nella quale riuscì anche a siglare una rete decisiva agli ottavi di finale contro l’Uruguay.
Mister Carletto Mazzone poteva così allenare due calciatori che avrebbero potuto dare un contributo determinante per il raggiungimento della salvezza. E’ chiaro che Virdis era a fine carriera, e quindi andava gestito nella maniera giusta.
La prima stagione della coppia Pasculli-Virdis fu molto positiva, l’argentino fece qualcosa in più a livello realizzativo siglando in tutto 11 reti, 9 in campionato e 2 in Coppa Italia. L’ex Milan si fermò a 4 gol in campionato, ma furono quasi tutte reti “pesanti” come quella nel derby contro il Bari ed il gol nella vittoria contro la Fiorentina. In quel campionato i giallorossi raggiunsero l’obiettivo salvezza, che permise alla compagine salentina di disputare il terzo campionato consecutivo in Serie A.
Nella stagione successiva Mazzone lasciò la panchina del Lecce ed al suo posto arrivò il giovane Zibì Boniek. Per i giallorossi la prima parte di campionato fu positiva, e alla fine del girone d’andata erano praticamente a metà classifica. Purtroppo nel girone di ritorno le cose cambiarono radicalmente. La squadra iniziò ad avere un vistoso calo di rendimento e ci furono una serie di infortuni molto lunghi come quelli di Garzya, Marino e Benedetti, pedine fondamentali nello scacchiere del tecnico polacco.
Virdis e Pasculli fecero il loro dovere con prestazioni di alto livello, insieme misero a segno undici reti, ma la rosa di quel Lecce era numericamente piuttosto striminzita e così non aveva sostituti all’altezza dei titolari infortunati. La squadra nel giro di pochissimi mesi precipitò in zona retrocessione.
Nelle ultime dieci giornate Pasculli e compagni crollarono ed i giallorossi retrocessero mestamente in B chiudendo la stagione al quart’ultimo posto. Molto probabilmente anche il fatto di avere un tecnico giovane ed inesperto come Boniek, pesò notevolmente nei momenti decisivi del campionato.
Dopo quella stagione Virdis diede l’addio al calcio giocato, invece Pasculli giocò un altro campionato nel Lecce in serie B.