La favola del Piacenza “tutto italiano”

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Il Piacenza dal 1995 al 2000 disputò ben cinque stagioni consecutive in Serie A.

Dopa la retrocessione in B, la compagine emiliana stravinse il campionato cadetto 1994/95 con cinque giornate d’anticipo.

Quel Piacenza si avvaleva di un tridente offensivo di altissimo livello composto da Totò De Vitis, Filippo Inzaghi e Gianpiero Piovani, che realizzarono in tutto 42 reti, numeri da capogiro per l’epoca.

La squadra allenata da Gigi Cagni era di nuovo in A e da quel momento iniziò la favola della società biancorossa, che restò in massima serie per cinque stagioni consecutive diventando un modello da imitare.

Piacenza_Football_Club_1994-1995

In quegli anni il Piacenza diventò molto popolare perché in Serie A era l’unica squadra ad avere una rosa composta esclusivamente da calciatori di nazionalità italiana. Una politica societaria che durò per diverse stagioni, fino al 2001-02, e che portò i suoi frutti.

Uno dei protagonisti di quel Piacenza era Gianpiero Piovani, che nel nostro libro “L’altro calcio anni ottanta e novanta” (Edizioni Ultra sport) ha voluto ricordare la scelta di avvalersi solo di giocatori italiani:

«Ho giocato nel Piacenza per undici anni e non ho mai avuto un compagno di squadra straniero. La società aveva una filosofia ben precisa e preferì puntare sulla crescita del settore giovanile dal quale in quegli anni vennero fuori giocatori importanti, che furono poi determinanti in prima squadra. Una linea che noi calciatori sposammo in pieno. Anche per gli allenatori era più comodo avere in squadra giocatori della stessa nazionalità, in quanto alcuni concetti tattici erano difficili da spiegare ad un ragazzo che parlava un’altra lingua e che aveva anche dal punto di vista calcistico una cultura molto diversa dalla nostra. Posso dire a distanza di tanti anni che anche questo fu uno dei segreti di quel Piacenza».

migliori anni Piacenza Gigi Cagni 5-2

Per approfondire e conoscere meglio quella squadra abbiamo intervistato anche Settimio Lucci, un altro pilastro della compagine emiliana.

“Il segreto del Piacenza risiedeva nella serietà di quella società, dichiara Lucci, il Presidente Garilli delegava al direttore sportivo e all’allenatore, non c’erano altre persone che prendevano decisioni. Le gestione tecnica era di esclusiva competenza di Marchetti e Cagni, che insieme lavoravano benissimo. La scelta di acquistare soltanto calciatori italiani derivava dal fatto di non avere la possibilità economica di ingaggiare osservatori all’estero. Inoltre non si voleva affidare tale compito ai procuratori, che spesso portavano in Italia calciatori che non erano assolutamente all’altezza della Serie A. Eravamo un grande gruppo con valori tecnici importanti. Ad esempio avevo compagni di squadra come Piovani, Turrini, Moretti e De Vitis, che dal punto di vista tecnico avrebbero potuto giocare tranquillamente anche in squadre di alta classifica.

L’epoca targata Gigi Cagni terminò nel 1996. Successivamente, la società emiliana cambiò quattro allenatori in altrettante stagioni (Mutti, Guerini, Materazzi, Simoni).

Il Piacenza retrocesse in B nel 2000, ma ritornò in massima serie dopo soltanto un anno di purgatorio con Walter Novellino in panchina.

1996–97 Piacenza Football Club

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