La campagna acquisti del Milan nella stagione 1995/96

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Il Milan nella stagione 1995/96 cercava di riconquistare lo scudetto. I rossoneri, reduci dalla finale di Champions League persa contro l’Ajax, avevano chiuso il campionato precedente al quarto posto. Un’annata caratterizzata da molti rimpianti.

La rosa era da rinnovare soprattutto in attacco, dove Van Basten, a malincuore, fu costretto a lasciare il calcio a causa dei problemi alla caviglia, e Massaro, ormai a fine carriera, decise di provare l’avventura giapponese.

La società di Silvio Berlusconi per cercare di ridare smalto alla squadra, acquistò due pezzi da novanta come Roberto Baggio e George Weah. Due campioni, che nel reparto avanzato rossonero andarono a fare compagnia a Marco Simone e Dejan Savicevic.

Baggio, dopo il grande mondiale del 1994, non riuscì mai ad entrare in sintonia con il nuovo allenatore della Juventus Marcello Lippi. Tra l’altro a peggiorare la situazione per il “divin codino” ci fu l’infortunio al ginocchio che lo tenne fermo ai box per diversi mesi. L’attaccante liberiano Weah era reduce da grandi stagioni con il Paris Saint-Germain, squadra con cui era riuscito a diventare un calciatore di livello internazionale. Nel dicembre 1995 vinse anche il pallone d’oro, diventando il primo calciatore non europeo a vincere il trofeo. La società rossonera per acquistare il talento africano sborsò 11 miliardi di lire.

Il Milan, per non farsi mancare nulla, decise di prendere dalla Reggiana il portoghese Paulo Futre, calciatore dal passato glorioso ma che nella sua avventura e Reggio Emilia era stato frenato da un brutto infortunio. Una scommessa per la compagine di mister Capello, visto che l’attaccante lusitano non dava grande garanzie dal punto di vista fisico.

Per cercare di ringiovanire la rosa, si puntò su due centrocampisti italiani molto interessanti come Massimo Ambrosini, proveniente dal Cesena, e Tomas Locatelli, scuola Atalanta, che aveva qualità tecniche importanti. Sempre nell’ottica di abbassare l’età media della squadra, nel mercato di novembre fu acquistato dai francesi del Cannes il diciannovenne Patrick Vieira. In realtà il calciatore transalpino ebbe pochissimo spazio, collezionando in tutto cinque presenze. Dopo una sola stagione fu ceduto all’Arsenal. Un grave errore, visto che in seguito Vieira diventerà uno dei centrocampisti più forti al mondo.

Una campagna acquisti importante quella orchestrata da Galliani, anche se c’erano diversi dubbi su come Fabio Capello avrebbe organizzato tatticamente la squadra. C’era curiosità soprattutto sul dualismo R.Baggio-Savicevic, due numeri dieci che non sarebbe stato facile riuscire a far coesistere. In effetti i dubbi della vigilia furono confermati dopo poche partite, con Baggio che in maglia rossonera disputò una stagione un po’ sottotono rispetto ai suoi standard abituali.

Pochi anni fa Roberto Baggio nel suo libro ci tenne comunque a precisare che tra lui e Savicevic c’era un rapporto splendido: “con Dejan avevo un rapporto straordinario, era un ragazzo d’oro, dichiarò Baggio, era giusto che il 10 lo tenesse lui. La replica del numero dieci montenegrino non si fece attendere: “Roberto è stato uno dei più grandi giocatori che l’Italia abbia mai avuto. È arrivato al Milan nel ’95, io ero lì già da 3 anni. Era giusto che avessi io la 10, ma lui non è arrivato dicendo di volere quella maglia. Anche da questo si vede tutta la sua grandezza non solo come calciatore, ma soprattutto come uomo”.

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