Era l’11 gennaio 1987, quando allo stadio Rigamonti di Brescia fu giocata una delle partite più romantiche della serie A degli anni ottanta.
Nella città lombarda quella domenica nevicava copiosamente, ma le pessime condizioni atmosferiche non fermarono il pubblico bresciano che andò in massa allo stadio, presenti oltre trentamila spettatori.
Il terreno di gioco era completamente coperto di neve, sembrava di assistere ad uno scenario tipico del calcio sovietico. Fino agli ultimi minuti dal fischio iniziale (ore 14,30), la partita era a forte rischio e tutti gli addetti ai lavori pensavano sarebbe stata rinviata. Invece l’arbitro Agnolin, alla fine, decise che il match si sarebbe giocato.
Le due squadre scesero in campo con le seguenti formazioni:
BRESCIA: Aliboni, Giorgi, Branco, Argentesi, Chiodini, Gentilini, Occhipinti, Bonometti, Turchetta, Beccalossi, Gritti
Allenatore : Bruno Giorgi
JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Mauro, Manfredonia, Serena, Platini, Laudrup
Allenatore : Rino Marchesi
Il match fu a dir poco epico, la visuale era praticamente pari allo zero con quel mitico pallone color arancione che praticamente non rimbalzava. Una delle immagini più significative di quella partita fu quella del portiere bresciano Aliboni, che durante la tormenta di neve si abbracciava da solo per cercare di riscaldarsi dal vento gelido.
La gara, dopo una prima fase complicata, entrò nel vivo, fu il danese Laudrup a colpire la traversa con un bellissimo tiro da fuori area. Rispose il Brescia con una bella iniziativa del brasiliano Branco, che sfiorò il gol.
Il calciatore sudamericano nel dopo partita ammise candidamente che non solo non aveva mai disputato una partita in quelle condizioni, ma in realtà era addirittura la prima volta che vedeva la neve. Nonostante questo, affermò che giocare in quell’atmosfera era stata un’esperienza bellissima. Erano calciatori con una mentalità completamente diversa rispetto a quelli odierni…
Platini sembrava essere a suo agio anche sulla neve e iniziò a mostrare la sua classe, ma fu Aldo Serena a colpire il palo esterno con una bella conclusione dal limite.
Gli ultimi minuti del match furono molto complicati, ormai il terreno di gioco era pesantissimo e le due squadre sembravano accontentarsi dello 0-0, punteggio con il quale si concluse la partita.
E’ inutile nasconderlo, nel calcio di oggi una gara come questa non si sarebbe mai potuta disputare. Tra l’altro non stiamo parlando di un po’ di neve caduta il giorno prima, ma di uno stadio completamente innevato e di un match che fu disputato nonostante continuasse a nevicare.
Allo stesso tempo, oggi ci sono anche degli standard di sicurezza da rispettare. Pensate ad esempio ai gradoni dello stadio ghiacciati, oggi chi si prenderebbe la responsabilità di gestire trentamila spettatori in quelle condizioni climatiche? Erano altri tempi, di sicuro c’era più superficialità ma anche molto più romanticismo e amore per quello che si faceva. Gli stessi calciatori non avevano paura di rischiare e addirittura in molti casi, come accadde al brasiliano Branco, erano incuriositi e motivati a giocare mentre nevicava. Anni irripetibili, che purtroppo non torneranno mai più.
