Il Pescara nella stagione 1991-92 riuscì ad essere promossa in serie A, l’ennesimo capolavoro di Galeone che nella città abruzzese sembrava trovare il suo ambiente ideale per esprimere al meglio le sue enormi potenzialità; infatti per il tecnico nativo di Napoli era la seconda promozione in massima serie con il Pescara dopo quella ottenuta nel 1987.
La forza di quella squadra risiedeva soprattutto nel tridente d’attacco composto da Bivi, Massara e Pagano. Edi Bivi fu il cannoniere della compagine abruzzese siglando 17 reti, un vero specialista della serie cadetta.
Per la serie A la società del presidente Pietro Scibilia cercò di rinforzare la squadra per ottenere una salvezza tranquilla, senza far patire troppo il pubblico pescarese. Come calciatori stranieri arrivarono nomi importanti del calibro di John Sivebæk, fresco campione d’Europa con la sua Danimarca, l’esperto stopper senegalese Roger Mendy, prelevato dal Monaco, e in seguito approdarono a Pescara anche due pezzi da novanta come Blaž Slišković, un ritorno per lui, e il centrocampista della nazionale brasiliana, arrivato nel mercato di novembre, Carlos Dunga. Acquisti importanti, ma che purtroppo non diedero quell’apporto che la società biancazzurra sperava. Un altro arrivo da segnalare fu quello del bomber Stefano Borgonovo, che dava esperienza e qualità al reparto offensivo di mister Galeone.
L’inizio del campionato per i biancazzurri fu molto positivo: Allegri e compagni alla prima giornata riuscirono a superare la Roma in trasferta grazie ad una rete di Totò Nobile, e nella seconda giornata, nonostante la sconfitta, riuscirono a siglare quattro gol ad una corazzata come il Milan allenato da Capello. Il match terminò con il risultato di 4-5 in favore dei rossoneri.
Da quel momento in poi però iniziarono i problemi, la squadra giocava un bel calcio, nella migliore tradizione di Galeone, ma subiva troppi gol lasciando praterie alle squadre avversarie. Anche i nuovi acquisti, Mendy su tutti, sembravano non essere adeguati ad una squadra che doveva lottare con le unghie e con i denti per evitare la retrocessione. A questo si aggiunse anche una stagione particolarmente negativa vissuta dal portiere Savorani. Il Pescara nel solo girone d’andata subì la bellezza di 36 gol, davvero troppi per una squadra che puntava alla salvezza.
Nel girone di ritorno, a parte la vittoria contro il Brescia, la squadra faceva molta fatica e continuava a soffrire in fase difensiva. Così la società abruzzese, dopo la sconfitta in casa contro il Genoa, decise di esonerare Galeone. Al suo posto fu scelto Vincenzo Zucchini, che faceva già parte dello staff biancazzurro. Purtroppo anche con il nuovo allenatore la tanto agognata svolta non arrivò mai, il Pescara continuava a sprofondare in classifica e la salvezza diventò una chimera.
Una delle poche partite degne di nota della seconda parte del campionato, fu la vittoria alla penultima giornata contro la Juventus. In quel match gli abruzzesi vinsero 5-1, risultato clamoroso, grazie ad una doppietta di Allegri, e ai gol di Borgonovo, Martorella e Palladini.
Tra i pochi calciatori biancazzurri a salvarsi in quella stagione, ci furono Massimiliano Allegri, cannoniere della squadra con dodici reti, un gran risultato per un centrocampista, e Stefano Borgonovo che con nove gol rese meno amara la sua stagione pescarese.
