Era il 18 novembre 1989 quando il centrocampista Denis Bergamini venne trovato morto sulla strada statale 106 Jonica nei pressi di Roseto Capo Spulico in provincia di Cosenza. Inizialmente si parlò di suicidio, perchè secondo alcune testimonianze il giovane calciatore si sarebbe buttato tra le ruote di un camion, che poi l’avrebbe investito e trascinato per diversi metri. In realtà fu subito abbastanza chiaro come ci fossero diversi elementi che non combaciavano con l’ipotesi iniziale, e a quel punto iniziò a farsi strada l’idea che in realtà Denis fosse stato prima ammazzato e poi sdraiato accanto alle ruote del camion per inscenare un suicidio.
La storia dell’ex centrocampista, nativo di Argenta, nel corso degli anni, nonostante il grande impegno della famiglia, era stata completamente dimenticata dai mass media. Le cose iniziarono a cambiare quando nel 2001 l’ex calciatore Carlo Petrini pubblicò il libro “Il calciatore suicidato” (edito da Kaos), in cui fu riportata alla luce la storia di Bergamini. A quel punto anche le tv nazionali, soprattutto la trasmissione “Chi l’ha visto”, iniziarono a interessarsi al caso.
La vicenda ha avuto un lunghissimo iter giudiziario fino a quando nel 2011 il caso venne riaperto, e cinque anni dopo il procuratore di Castrovillari accolse la richiesta della famiglia Bergamini e del loro legale di riesumare il corpo e sottoporlo ad autopsia. L’esito non lasciò dubbi: Denis morì per asfissia. L’ex calciatore del Cosenza fu prima soffocato e successivamente gettato sotto le ruote del tir. L’ex fidanzata di Bergamini venne indagata con l’accusa di omicidio mentre il suo attuale marito, al tempo in servizio alla Mobile di Palermo, fu indagato per favoreggiamento insieme all’autista del camion. Sul movente dell’omicidio si sono fatte diverse ipotesi ma ad oggi, a distanza di oltre 30 anni, la famiglia Bergamini aspetta ancora giustizia.
Denis era un ragazzo d’oro che aveva un legame fortissimo con la tifoseria cosentina, tanto che pur di rimanere a Cosenza rifiutò un’offerta importante del Parma guidato da Nevio Scala.
Nel nostro libro “Storie di un altro Calcio” (Edizioni Ultra sport) abbiamo voluto ricordare Denis Bergamini con le parole di Alberto Urban, suo ex compagno di squadra a Cosenza. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni: «Ho avuto l’onore di avere come compagno di squadra il grande Denis Bergamini. Giocai con lui per tre anni ed era un ragazzo meraviglioso, il figlio che ogni genitore vorrebbe avere. Denis era sicuramente un ragazzo troppo buono, ma non era uno stupido. Era una personale solare, uno a cui piaceva stare in compagnia e che si faceva voler bene da tutto lo spogliatoio. Dopo trent’anni non è ancora stata fatta piena luce su ciò che è accaduto, ma di una cosa sono certo: è stato ammazzato. Uno come lui non si sarebbe mai suicidato».