La stagione 1991/92 per la Juve fu caratterizzata da diversi cambiamenti. I bianconeri venivano da un campionato disastroso dove, dopo un buon inizio, la squadra si era sciolta come neve al sole. La società bianconera, per risollevare le sorti della squadra, cercò di dare una scossa definitiva cambiando completamente indirizzo.
Il calcio champagne di Maifredi fu accantonato, e al posto dell’ex allenatore del Bologna fu scelto Giovanni Trapattoni. Un ritorno per lui, che aveva allenato la Juve per dieci anni, dal 1976 al 1986. La dirigenza bianconera aveva capito che per ritornare a vincere si doveva puntare maggiormente sulla concretezza con un tecnico esperto e con un gioco meno offensivo ma più redditizio. Con l’avvento del Trap si iniziò a pensare maggiormente alla fase difensiva, la società bianconera puntellò la retroguardia con gli acquisti di due difensori della nazionale tedesca: lo stopper Jürgen Kohler ed il terzino Stefan Reuter, provenienti entrambi dal Bayern Monaco. Kohler in quel momento era uno dei migliori difensori in circolazione, nel gioco aereo era insuperabile, e si era sempre contraddistinto per la sua grande continuità. Reuter era il classico terzino fluidificante, molto abile soprattutto in fase offensiva grazie ad un’ottima corsa in progressione.
In difesa fu aggiunto un altro tassello importante come Massimo Carrera, proveniente da ottime stagioni in Serie A con la maglia del Bari. In questo modo i bianconeri si erano assicurati una coppia centrale di ferro come era quella formata da Kohler e Carrera. Sempre dalla Puglia, sponda Lecce, arrivò Antonio Conte, centrocampista molto interessante e bravissimo negli inserimenti senza palla. Un altro innesto che dava sostanza e concretezza alla squadra. A Tacconi fu affiancato il giovane Angelo Peruzzi, che poi nella stagione successiva sarebbe diventato il titolare della porta bianconera.
Per quanto riguarda l’attacco, dal Pisa fu prelevato l’attaccante Lamberto Piovanelli. Purtroppo il bomber toscano fu molto sfortunato e, a causa del perdurare di un brutto infortunio, non scese mai in campo. Durante il mercato invernale fu ceduto all’Atalanta. Nonostante questa defezione, la Juventus poteva contare su un reparto offensivo di altissimo livello tecnico, con calciatori del calibro di Roberto Baggio, Schillaci, Di Canio e Casiraghi.
In realtà non tutto andò secondo i piani, soprattutto per quanto riguarda Reuter. L’acquisto del calciatore tedesco si rivelò sbagliato. In realtà l’ex Bayern Monaco fu condizionato, sia da un serio problema al menisco che lo costrinse ad un’operazione, sia dalle scelte tattiche di Trapattoni, che praticamente lo impiegò quasi sempre fuori ruolo. Reuter era un terzino, ma nella Juve fu impiegato come mediano, ruolo che Stefan non riuscì mai a far suo avendo caratteristiche diverse. Così Reuter, dopo una sola stagione, lasciò la maglia bianconera approdando al Borussia Dortmund, squadra con la quale vincerà la Champions League nel 1997 superando in finale proprio la Juventus.
Il nuovo corso di Trapattoni inizialmente fu caratterizzato da alti bassi, ma in poche giornate la squadra trovò la propria identità e fu considerata la vera antagonista del Milan. In realtà nel girone di ritorno Tacconi e compagni persero alcune partite determinanti, che crearono anche un certo malcontento all’interno della tifoseria. Pensiamo ad esempio alle due brutte sconfitte contro Fiorentina e Torino. I bianconeri chiusero male il campionato pareggiando le ultime quattro partite e perdendo la finale di Coppa Italia, dove si arresero al sorprendente Parma allenato da Nevio Scala. Nella partita d’andata i bianconeri si imposero con il risultato di 1-0, gol di R.Baggio. Nel match di ritorno la compagine emiliana riuscì ad avere la meglio grazie alle reti di Melli e Osio. Una delusione per i ragazzi di Trapattoni, che con la vittoria della Coppa Italia avrebbero potuto dare un senso diverso a quella stagione, chiusa al secondo posto sia in campionato che in Coppa.
Trascinatore di quella Juve fu Roberto Baggio, che realizzò ben 18 gol. In campionato meglio di lui fece soltanto Marco Van Basten.