Era la stagione 1997/98, l’Udinese era già da qualche anno una realtà importante della nostra serie A.
La compagine friulana nell’estate del 1997 si era ulteriormente rinforzata con gli arrivi di due esterni promettenti come Jorgensen e Bachini, gli argentini Navas e Pineda, e gli esperti centrocampisti Statuto e Walem, il calciatore belga fu fondamentale per gli equilibri tattici di Zaccheroni.
I bianconeri giocavano con il 3-4-3 dalla stagione precedente, e avevano come fiore all’occhiello il “magico” tridente composto da Amoroso, Poggi e Bierhoff, calciatori che per caratteristiche si completavano alla perfezione.
I ragazzi di Zaccheroni sin dall’inizio della stagione iniziarono a segnare caterve di gol, con Bierhoff protagonista di un campionato stellare. Il bomber tedesco vinse la classifica dei cannonieri dopo aver realizzato ben 27 reti. L’Udinese chiuse il campionato al terzo posto, risultato storico per la società del presidente Pozzo; infatti i friulani raggiunsero il secondo posto nella stagione 1954-55, al termine della quale furono però retrocessi per illecito.
In quale stagione ci fu un’unica amarezza: l’eliminazione in Coppa Uefa. Un’ eliminazione immeritata, dove Amoroso e compagni dimostrarono ancora una volta di essere una squadra che poteva giocare alla pari contro qualsiasi avversario. I bianconeri al primo turno superarono i polacchi del Widzew Lodz, ma ai sedicesimi di finale ad attendere i friulani c’era l’Ajax, squadra di grande livello e soprattutto, a differenza dell’Udinese, abituata a questo tipo di partite. Un sorteggio non certo fortunato.
Nella partita d’andata, giocata ad Amsterdam, gli olandesi riuscirono ad avere la meglio grazie ad un gol di Dani. L’1-0 finale non era risultato facile da recuperare, ma per quell’Udinese non era certo un’impresa impossibile.
Era il 4 novembre 1997, allo stadio “Friuli” c’era il pubblico delle grandi occasioni, oltre quarantamila spettatori. Le due squadre scesero in campo con le seguenti formazioni:
UDINESE: Turci, Bertotto, Calori, Pierini, Helveg, Walem, Giannichedda, Cappioli, Poggi, Bierhoff, Amoroso.
AJAX: Van der Sar, Tobiasen, Blind, Oliseh, F. de Boer, R. de Boer, Litmanen, Witschge, Dani, Arveladze, Hoekstra.
La squadra di casa fu protagonista di un grandissimo primo tempo, Walem e compagni iniziarono a giocare a ritmi elevatissimi sorprendendo l’Ajax, squadra che appariva sorpresa e frastornata. Al 26′ il nigeriano Oliseh commise una grave ingenuità sbagliando completamente il retropassaggio al portiere, Poggi fu il più lesto di tutti a conquistare il pallone e a superare con grande facilità il portiere avversario. L’Udinese era riuscita a riequilibrare le sorti del match.
Al 33′ i friulani furono protagonisti di un’azione spettacolare, che mise nuovamente in risalto i sincronismi perfetti di quella squadra: una trama di gioco tutta di prima che si sviluppò sull’asse Bierhoff-Poggi-Helveg con il panzer tedesco che, con un tiro diretto all’incrocio dei pali, concretizzò un’azione da manuale del calcio.
Alla fine del primo tempo l’Udinese era in vantaggio per 2-0 ed era qualificata agli ottavi di finale di Coppa Uefa. Un match strepitoso quello disputato dai bianconeri, che avrebbero potuto chiudere i primi quarantacinque minuti anche con un risultato più rotondo.
Nella ripresa i ritmi si abbassarono, d’altra parte era impensabile che gli uomini di Zaccheroni potessero continuare a giocare con i ritmi vertiginosi del primo tempo. L’Ajax iniziava a rendersi più minacciosa dalle parti di Turci. I friulani, nonostante il grande livello tecnico degli avversari, riuscivano a tenere bene il campo e a difendere con ordine. Purtroppo a dieci minuti dalla fine ecco la doccia fredda: il georgiano Arveladze fu protagonista di una bella iniziativa personale e, dopo aver superato in dribbling due avversari, con un bel diagonale depositò il pallone alla sinistra di Turci. La favola era finita. Negli ultimi minuti i bianconeri erano fisicamente esausti e non riuscirono a trovare il 3-1.
Ci fu grande rammarico per quella sconfitta, l’Udinese nel doppio confronto aveva dimostrato di non essere assolutamente inferiore all’Ajax e nel match di ritorno aveva dominato per oltre un’ora. A fare la differenza furono gli episodi e la maggiore esperienza della compagine olandese, che venne fuori proprio nei momenti topici di quelle due partite.