La Coppa Italia 1993/94 viene ancora oggi ricordata perché, per la seconda volta nella storia di questa competizione, una squadra di Serie B disputò la finale. In precedenza era già accaduto al Napoli e al Palermo.
L’Ancona era una squadra che retrocesse in B nella stagione precedente, e che aveva mantenuto una rosa molto competitiva per la serie cadetta; infatti in campionato la promozione in serie A sfumò soltanto per pochi punti.
La compagine allenata da Guerini aveva in rosa calciatori del calibro di Nista, Sogliano, Gadda, Glonek, Mazzarano e del mitico “condor” Agostini, che in quella stagione con i suoi gol fece davvero la differenza.
La Sampdoria 1993/94 era una squadra di altissimo livello, che chiuse il campionato al terzo posto giocando anche un calcio spumeggiante e offensivo. Mister Eriksson poteva contare su gente come Gullit, Mancini, Platt, Jugovic, Pagliuca, Lombardo e tanti altri calciatori che rendevano quella squadra tra le più forti in Italia.
L’Ancona per arrivare in finale superò nell’ordine Giarre, Napoli, Avellino, Venezia e Torino. Una grande cavalcata quella dei ragazzi di Guerini, che erano arrivati ad un passo da un risultato storico.
Il cammino della Samp fu particolarmente complicato: Mancini e compagni superarono i primi due turni, contro Pisa e Roma, solamente grazie ai calci di rigore. In seguito superarono Inter e Parma.
Il match d’andata della finale di Coppa Italia fu giocato il 6 aprile 1994 allo stadio Del Conero di Ancona. Fu la Samp a mantenere il controllo della partita avendo diverse occasioni da gol soprattutto con Gullit. Il fuoriclasse olandese fu sicuramente il più attivo tra i blucerchiati, ma non riuscì a trovare la via del gol. L’Ancona si difese con ordine e tenacia, riuscendo a rendersi pericolosa in avanti con le iniziative di Agostini e Centofanti. L’incontro si concluse 0-0, un risultato che lasciava ancora apertissima la finale.
La partita di ritorno si disputò allo stadio Marassi di Genova il 20 aprile 1994, e vide la netta affermazione dei blucerchiati con il risultato di 6-1.
In realtà il risultato tennistico può ingannare; infatti la Sampdoria riuscì a sbloccarsi solamente nel secondo tempo. L prima frazione di gioco si concluse 0-0.
Ecco le formazioni ed i marcatori di quella finale giocata allo stadio Marassi il 20 aprile 1994:
Sampdoria: Pagliuca, Vierchowod, Serena, Sacchetti, Lombardo, Jugović, Invernizzi, Evani, Platt, Gullit, Bertarelli All. Eriksson
Ancona: Nista, Sogliano, Mazzarano, Glonek, Fontana, De Angelis, Vecchiola, Pecoraro, Lupo, Gadda, Agostini All. Guerini
Marcatori: 50′ Vecchiola (autogol), 58’Lombardo, 65′ Vierchowod, 72′ Lupo, 75’Lombardo, 80′ Bertarelli (r), 85′ Evani
Su quella finale di Coppa Italia, circa un anno fa, abbiamo intervistato Salvatore Mazzarano, roccioso difensore di quell’Ancona:
“Per noi fu un’annata straordinaria ma ci furono anche dei rimpianti, ci confida Mazzarano. La nostra intenzione era quella di ritornare subito in A, ma inaspettatamente ci trovammo a lottare anche per vincere la Coppa Italia, vivendo emozioni indimenticabili. La grande avventura in Coppa, da un lato ci portò a raggiungere un prestigioso traguardo, ma dall’altro ci fece perdere energie preziose per il campionato. Inoltre in quella stagione eravamo anche impegnati con il torneo Anglo-Italiano. Le rose all’epoca erano ristrette, e così la promozione in massima serie non arrivò. Non era facile gestire fisicamente e mentalmente tutti quegli impegni. Il mio ricordo più bello di quella Coppa Italia è sicuramente legato alla doppia semifinale contro il Torino allenato da Mondonico. Ad Ancona vincemmo 1-0, e al ritorno riuscimmo a strappare un soffertissimo 0-0. Ricordo che al nostro ritorno in città i tifosi dell’Ancona ci accolsero in massa e festanti all’aeroporto. Fu una gioia immensa.
Per quanto riguarda la finale, devo dire che in realtà giocammo bene sia all’andata che al ritorno. Nel primo match la gara terminò 0-0, e a al ritorno il risultato di 6-1 in favore dei blucerchiati non deve ingannare. Ancora oggi ricordo un arrabbiatissimo Eriksson urlare negli spogliatoi contro la sua squadra, colpevole di non aver ancora sbloccato il risultato. Nel secondo tempo la Sampdoria venne fuori alla grande e dilagò. Ma d’altra parte stiamo parlando di una squadra che poteva contare su calciatori del calibro di Gullit, Mancini, Evani, Platt, Jugovic, Lombardo ecc.
A proposito della grande Coppa Italia disputata dall’Ancona, nel nostro libro “Storie di un altro Calcio” (Edizioni Ultra sport) bomber Massimo Agostini ha voluto ricordare quell’indimenticabile avventura:
“Quando vincemmo contro il Napoli, con una mia doppietta, la squadra iniziò a pensare seriamente alla vittoria della Coppa e quindi forse a livello inconscio perdemmo un po’ di concentrazione per il campionato. La cavalcata in Coppa Italia continuò superando in semifinale il Torino grazie ad un mio gol. Poi purtroppo in finale, dopo l’ottima prova nella partita d’andata, nella gara giocata a Marassi vennero fuori i grandi valori tecnici della Sampdoria. Considerando i cinque gol in Coppa Italia, il mio bottino di realizzazioni arrivò a ventitrè reti, un’annata davvero straordinaria”.