Dino Zoff iniziò la sua carriera da allenatore ottenendo dalla Figc l’incarico di selezionatore dell’Italia olimpica, con l’obiettivo di qualificarsi ai giochi Olimpici di Seul del 1988. L’ex numero uno della nazionale riuscì a portare a casa la qualificazione olimpica, ma pochi mesi prima dall’inizio dei giochi fu ingaggiato dalla Juventus.
La Juventus 1988/89 non aveva a disposizione una rosa con cui poter ambire alla vittoria dello scudetto, c’erano compagini come Inter, Napoli e Milan che erano decisamente più attrezzate.
I bianconeri provenivano da un campionato molto deludente ed erano in una fase di ricambio generazionale. Il compito di Zoff era quello di rilanciare la Juve, una missione che sembrava essere piuttosto ardua.
Anche gli acquisti non fecero sognare i tifosi juventini: arrivarono Galia dal Verona e Marocchi dal Bologna. Per rinforzare il reparto offensivo furono acquistati Altobelli, grande attaccante ma ormai nella fase calante della sua carriera, ed il portoghese Rui Barros, calciatore di livello internazionale.
L’acquisto più importante, almeno sulla carta, sarebbe dovuto essere quello del talentuoso centrocampista sovietico Oleksandr Zavarov, reduce da un grandissimo campionato europeo giocato con la sua nazionale. Purtroppo Zavarov non riuscì mai ad adattarsi del tutto ad uno stile di vita completamente diverso rispetto a quello sovietico.
La Juventus, per quelle che erano le premesse, disputò un buon campionato dimostrando un netto cambio di marcia rispetto alla stagione precedente. Zoff fu bravo a creare un gruppo coeso e volitivo, riuscendo ad agguantare un buon quarto posto finale.
Per i bianconeri il miglior goleador in campionato fu Rui Barros, che con i suoi 12 gol dimostrò di essere stato un acquisto azzeccato.
Ad un buon campionato fece da contraltare un cammino deludente in Coppa Italia, dove la Juve fu eliminata al secondo turno.
In Coppa Uefa il percorso dei ragazzi di Zoff terminò ai quarti di finale in un match tutto italiano contro il Napoli di Maradona. Un doppio confronto combattuto, con i bianconeri che vinsero la partita d’andata con il risultato di 2-0. Nella gara di ritorno, giocata a Napoli, i partenopei ribaltarono la situazione chiudendo il primo tempo in vantaggio di due gol, grazie alle reti di Maradona e Carnevale. Si andò ai tempi supplementari, dove Renica decise l’incontro all’ultimo minuto.
Zoff venne riconfermato anche per la stagione 1989/90. A centrocampo arrivò il calciatore sovietico Sergej Alejnikov, compagno di squadra di Zavarov in nazionale. Nel reparto offensivo arrivarono due attaccanti italiani che in serie B avevano siglato caterve di gol: Pierluigi Casiraghi e Salvatore Schillaci.
Il campionato disputato dalla Juventus fu abbastanza simile rispetto a quello precedente, anche se la squadra giocava decisamente meglio e riuscì a togliersi maggiori soddisfazioni, pensiamo ad esempio alla vittoria contro l’Inter e al roboante 3-0 rifilato al Milan di Sacchi.
I ragazzi allenati da Zoff chiusero il campionato al quarto posto, protagonista del campionato fu Totò Schillaci, autore di 15 reti.
Le grandi soddisfazioni per la Juve arrivarono nelle coppe. I bianconeri, dopo un cammino trionfale, riuscirono a conquistare la Coppa Italia, battendo in finale il Milan. Decisiva, nella gara di ritorno al Meazza, la rete di Galia.
Eccezionale anche il cammino in Coppa Uefa, dove Tacconi e compagni vinsero ben sette partite consecutive. In finale la Juve affrontò la Fiorentina.
La partita d’andata si concluse con il risultato di 3-1 a favore della Juventus, che dopo essere passata in vantaggio nei primi minuti grazie ad una rete di Galia, subì il pareggio dell’ex Buso.
Nella ripresa, al 58′, Casiraghi riportò in vantaggio i bianconeri. L’azione del gol fu molto contestata dai calciatori viola, che reclamarono per una spinta dell’attaccante juventino a Pin. Lo stesso Casiraghi sembrava essere in netta posizione di fuorigioco. La Juve trovò il terzo gol grazie ad un tiro dalla distanza di De Agostini. Nel match di ritorno, giocato ad Avellino il 16 maggio 1990, la Juve si difese con ordine e la compagine viola non riuscì a siglare quel gol che avrebbe potuto riaprire la partita.
Il risultato rimase inchiodato sullo 0-0, la Juventus si aggiudicò la Coppa Uefa.
Zoff, dopo anni difficili, riuscì a riportare nella bacheca juventina due trofei importanti.
Dopo queste due stagioni, in cui Zoff era stato abilissimo a ricostruire una Juve in difficoltà, tutti si sarebbero aspettati una conferma dell’ex numero uno della nazionale, invece fu attuato un deciso cambio di rotta. Si puntò su Maifredi, allenatore che col Bologna aveva conquistato un posto in Uefa attuando un calcio offensivo e spumeggiante. Una decisione che, come sappiamo, si rivelerà del tutto sbagliata.
