Stagione 1989/90, il trionfo delle squadre italiane in Europa

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La stagione 1989/90 per le squadre di club italiane fu davvero magica e probabilmente irripetibile.

Le nostre squadre vinsero tutti i trofei continentali: il Milan si aggiudicò la Coppa dei Campioni, la Sampdoria trionfò nella Coppa delle Coppe e la Juventus vinse la Coppa Uefa. A questo va aggiunto che quattro squadre su sei in queste finali erano italiane; infatti la Juve nella finale di Coppa Uefa affrontò la Fiorentina.

Da sottolineare anche la vittoria del Bari in Mitropa Cup in una finale, ancora una volta, tutta italiana. I biancorossi superarono il Genoa allenato da Franco Scoglio.

Il Milan di Arrigo Sacchi riuscì a vincere la Coppa dei Campioni dopo un cammino davvero complicato, dove i rossoneri oltre al bel gioco misero in mostra tutta la loro determinazione e cattiveria agonistica. Dopo aver superato il primo turno contro i finlandesi dello HJK Helsinki, Baresi e compagni negli ottavi di finale ebbero la meglio sul Real Madrid in un doppio confronto molto complicato. Nei quarti di finale c’era un durissimo scoglio da superare: il Malines del mitico portiere Michel Preud’homme. Il match durante i 180 minuti si chiuse con il risultato di 0-0, soprattutto grazie ai miracoli del portiere belga. Durante i tempi supplementari il Milan rimase anche in dieci. Donadoni, bersagliato per tutta la partita dagli interventi del calciatori del Malines, reagì malamente venendo espulso. Il Milan, proprio nel momento più difficile, si portò in vantaggio grazie ad una bella girata di Marco Van Basten. Nel secondo tempo supplementare, grazie ad un grandissimo gol di Marco Simone, il Milan ottenne la qualificazione per il turno successivo.

In semifinale ecco un altro avversario fortissimo: il Bayern Monaco.

Nel match di andata a San Siro, i rossoneri si imposero 1-0 grazie al rigore trasformato da Marco Van Basten. Nella gara di ritorno, giocata il 18 aprile 1990, i tedeschi giocarono una grande partita passando in vantaggio al 59′ grazie ad una rete siglata da Strunz.

Come già accaduto contro il Malines, i rossoneri furono costretti a disputare i tempi supplementari. Durante il primo extra-time arrivò il gol del pareggio grazie ad uno splendido pallonetto di Stefano Borgonovo, una rete pesantissima. Il Bayern con la sua solita tenacia trovò il nuovo vantaggio, il 2-1 però non bastava alla compagine tedesca per superare il turno. Il Milan, per la seconda stagione consecutiva, giocò la finale della Coppa dei Campioni.

I rossoneri in finale affrontarono i portoghesi del Benfica, squadra allenata da Sven-Göran Eriksson, vecchia conoscenza del calcio italiano. La partita fu giocata a Vienna il 23 maggio 1990.

Il match fu molto tattico ed equilibrato, ma nella ripresa venne fuori il maggior tasso tecnico degli uomini di Sacchi. Al 67’ ecco il gol tutto olandese: Van Basten effettuò uno splendido assist per Rijkaard, che con un pregevole esterno destro superò il portiere Silvino. Fu il gol-partita che regalò ai rossoneri la seconda Coppa dei Campioni consecutiva.

La Sampdoria nella stagione 1989/90 giocò per il suo secondo anno consecutivo la Coppa delle Coppe, questa volta con l’obiettivo di vincere la competizione, dopo la finale persa nell’edizione precedente contro il Barcellona.

Il primo turno per i ragazzi di Boskov fu abbastanza agevole; la Sampdoria riuscì a superare i norvergesi del Brann vincendo la gara d’andata, giocata in trasferta, con il risultato di 0-2 e quella di ritorno vinta 1-0 grazie ad una rete del nuovo acquisto Katanec.

Nel secondo turno ad attendere Mancini e compagni c’era il temibile Borussia Dortmund, squadra che poteva annoverare tra le proprie fila calciatori del calibro di Moller, Helmer, Zorc ecc.

Nel match giocato in Germania, il Borussia passò in vantaggio con Wegmann. Quando i tedeschi sembravano ormai essere destinati alla vittoria, a due minuti dalla fine, arrivò la preziosissima rete siglata da Roberto Mancini. A Genova la Sampdoria chiuse la pratica nel secondo tempo grazie ad una doppietta di Gianluca Vialli, che al 74’ realizzò un rigore e a pochi minuti dalla fine, con un bellissimo tocco di esterno destro, portò i blucerchiati al turno successivo.

La Sampdoria, ai quarti di finale, superò in scioltezza gli svizzeri del Grasshoppers con il risultato complessivo di 4-1.

In semifinale per la compagine blucerchiata c’era il duro ostacolo rappresentato dal Monaco. Nella gara d’andata, giocata a Monaco il 3 aprile 1990, Weah portò in vantaggio i monegaschi, ma ancora una volta ci pensò Gianluca Vialli con una doppietta a ribaltare il risultato grazie ad un rigore e ad un bellissimo colpo di testa. Il 2-2 finale fu siglato da quella vecchia volpe di Ramon Diaz.

Il match di ritorno fu senza storia, la Samp passò in vantaggio al 9’ grazie alla zampata del mitico Zar Pietro Vierchowod e raddoppiò con Lombardo, che con la sua velocità fu abilissimo a sfruttare un assist proveniente dalla sinistra.

La finale Sampdoria-Anderlecht si sarebbe disputata a Goteborg il 9 maggio 1990. La squadra belga in semifinale aveva superato la Dinamo Bucarest. La compagine allenata da de Mos, ex allenatore del Malines, era temibilissima e poteva schierare diversi elementi della nazionale belga, come ad esempio Grun, Degryse, Vervoort e Nilis. Da segnalare anche la presenza del ventenne “Lulù” Oliveira, che qualche anno dopo fu protagonista di grandi stagioni in Italia soprattutto con le maglie di Cagliari e Fiorentina.

La Samp iniziò sin da subito ad essere pericolosa controllando il gioco, ma il portiere avversario De Wilde, si superò in più di un’occasione effettuando due grandissime parate su un colpo di testa di Vierchowod e su un tiro ravvicinato di Vialli, che poi diventerà il capocannoniere di quell’edizione della Coppa delle Coppe.

Il risultato nel secondo tempo non si schiodò dallo 0-0, e si andò ai tempi supplementari.

Boskov nel secondo tempo aveva optato per l’ingesso in campo di Lombado al posto di Invernizzi, e ai supplementari fece entrare Salsano al posto di Katanec. Due cambi azzeccatissimi, che si rivelarono fondamentali. Al 104’ fu proprio Salsano a far partire un bellissimo tiro dal limite dell’area, De Wilde toccò la sfera che colpì il palo, il pallone stava per ritornare tra le braccia dell’estremo difensore belga a cui questa volta, dopo una partita praticamente perfetta, sfuggì la sfera che finì proprio sui piedi di Vialli, il quale da grande opportunista depositò il pallone in rete. Finalmente la Sampdoria aveva sbloccato la partita!

Pochi minuti dopo, Lombardo scattò velocissimo sulla destra e servì Salsano che appoggiò a Mancini, il numero dieci blucerchiato fece partire un cross perfetto per Vialli, che con uno splendido colpo di testa superò il portiere avversario. Era l’apoteosi! La Sampdoria aveva vinto la Coppa delle Coppe. I tanti tifosi sampdoriani presenti in Svezia impazzirono di gioia per la grande impresa ottenuta da Boskov e i suoi ragazzi.

In Coppa Uefa Fiorentina e Juventus si affrontarono in una finale tutta italiana preceduta da molte polemiche. La più importante riguardava la decisione di disputare la gara di ritorno ad Avellino.

Ma ripercorriamo i fatti che portarono a quella scelta: nella semifinale di ritorno contro il Werder Brema, un tifoso viola venne bloccato per invasione di campo. A quel punto la Uefa decise di squalificare lo stadio di Perugia, e allo stesso tempo non permise di far giocare la compagine toscana nemmeno all’Artemio Franchi, nel frattempo rimesso a nuovo. A quel punto per decidere dove disputare la finale di ritorno c’erano in ballo tre città del sud: Bari, Lecce e Avellino. Addirittura qualcuno ventilò la possibilità di giocare a Montecarlo, ma alla fine si optò per la città irpina.

Questa scelta fece infuriare tutto l’ambiente viola, in quanto Avellino era un noto feudo bianconero e così si iniziò a parlare di una decisione che aveva come unico scopo quello di favorire la Juventus.

La partita d’andata si concluse con il risultato di 3-1 a favore della Juventus, che dopo essere passata in vantaggio nei primi minuti grazie ad una rete di Galia subì il pareggio dell’ex Buso.

Nella ripresa, al 58′, Casiraghi riportò in vantaggio i bianconeri. L’azione del gol fu molto contestata dai calciatori viola che reclamarono per una spinta dell’attaccante juventino a Pin. Lo stesso Casiraghi sembrava essere in netta posizione di fuorigioco. La Juve trovò il terzo gol grazie ad tiro dalla distanza di De Agostini.

La gara d’andata si chiuse 3-1 in favore della squadra allenata da Zoff, che conquistò una vittoria pesante e difficile da ribaltare.

Nel match di ritorno, giocato ad Avellino il 16 maggio 1990, la Juve si difese con ordine e la compagine viola non riuscì a siglare quel gol che avrebbe potuto riaprire la partita.

Si chiuse così una stagione trionfale per il calcio italiano, un 1990 a cui però mancò la ciliegina sulla torta: la vittoria dell’Italia in Coppa Del Mondo. Una vittoria che era decisamente alla portata degli azzurri, ma purtroppo sappiamo tutti come andò a finire…

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