Azeglio Vicini allenò la nazionale italiana dal 1986 al 1991, in questi cinque anni le gerarchie per quanto riguarda il ruolo del portiere non furono mai in discussione: Zenga era il primo portiere, Tacconi il secondo. Per tutti gli altri numeri uno italiani restava esclusivamente il ruolo di terzo portiere, casella che ad Italia ’90 fu occupata da Gianluca Pagliuca. Ad Euro ’88, all’epoca partecipavano soltanto otto squadre, era prevista la convocazione di soli due portieri.
In realtà Zenga aveva già fatto parte della compagine azzurra durante il periodo di Enzo Bearzot, partecipando al mondiale di Mexico ’86 come terzo portiere.
I due portieroni prima di approdare all’Inter e alla Juventus, andarono a farsi le ossa, negli anni ottanta si usava così, nelle serie inferiori. Zenga giocò in Serie C e B con Savona e Sambenedettese, invece Tacconi militò nel Livorno in C1, con la Sambenedettese in B e con l’Avellino arrivò finalmente in Serie A.
Walter diventò portiere titolare della nazionale a 26 anni, la sua prima partita giocata in maglia azzurra fu l’amichevole Italia-Grecia, match disputato a Bologna l’8 ottobre 1986. La sfida si concluse con il risultato di 2-0 grazie ad una doppietta di Bergomi.
Stefano disputò la sua prima partita da titolare in nazionale il 10 giugno 1987 nell’amichevole di lusso contro l’Argentina giocata a Zurigo. Il portiere della Juventus all’epoca aveva 30 anni e fece un figurone contro i sudamericani, trascinati dal grande Diego Armando Maradona.
Gli azzurri in quell’occasione sfoderarono un’ottima prestazione superando la compagine allenata da Bilardo con il risultato di 3-1. Per i nostri andarono a segno De Napoli, autorete di Garrè e terza rete siglata da Vialli. Per gli argentini il gol della bandiera fu realizzato dal “solito” Maradona.
La rivalità tra Zenga e Tacconi fu esclusivamente sportiva; infatti tra i due c’era grande rispetto e un bel rapporto d’amicizia che poi è durato nel tempo.
In quel periodo la rivalità fu più che altro creata da tifosi e giornalisti in quanto erano i portieri di Inter e Juventus, due società in lotta da sempre e che erano rappresentate da due tifoserie non certo amiche. Quindi era normale che i tifosi della Juventus spingessero affinchè Tacconi potesse diventare il numero uno della nazionale.
Dal canto loro gli interisti erano convinti di avere in squadra il portiere più forte al mondo, d’altra parte Walter vinse il premio come miglior portiere dell’anno IFFHS per tre anni consecutivi, dal 1989 al 1991.
Il periodo in nazionale di Stefano e Walter durò fino al 1992, con l’avvento in panchina di Arrigo Sacchi le gerarchie nel ruolo di portiere furono completamente sovvertite.
Zenga giocò la sua ultima partita in azzurro con Sacchi nel giugno del 1992 in una partita della U.S. Cup giocata a Boston contro l’Irlanda. Da quel momento in poi il rapporto tra il portiere dell’Inter con la nazionale si interruppe bruscamente. Arrigo Sacchi non diede mai una precisa spiegazione del motivo per il quale un portiere come Zenga non venne più convocato.
Il rapporto di Tacconi con la nazionale si concluse nel 1991, il numero uno della Juve fece in tempo a giocare l’ultima partita con la maglia azzurra proprio in quell’anno (Italia-Belgio 0-0). Stefano con l’Italia disputò in tutto, dal 1987 al 1991, sette gare amichevoli. Non giocò mai partite ufficiali.
Sia Zenga che Tacconi erano due grandi portieri, ma mentre Tacconi nella sua carriera era riuscito a neutralizzare alcuni calci di rigore, Zenga non era particolarmente abile in questa specialità