Atlanta ’96, la deludente avventura dell’Italia di Cesare Maldini

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L’Italia allenata da Cesare Maldini arrivava alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 come campione d’Europa in carica. Gli azzurri potevano contare su una rosa di alto livello ed erano considerati tra i favoriti per una medaglia.

La squadra era formata da tre fuori quota: Pagliuca, Crippa e Branca, e da calciatori del calibro di Cannavaro, Nesta, Galante, Del Vecchio, Buffon, Tommasi, Morfeo, Lucarelli e tanti altri giovani talenti. Ci sarebbe dovuto essere anche Panucci, ma il difensore del Milan si infortunò proprio durante la preparazione alle Olimpiadi, al suo posto fu convocato Sartor.

L’Italia fu inserita nel gruppo C con Ghana, Corea del Sud e Messico. Un girone sulla carta abbordabile, ma che purtroppo si rivelò essere molto più complicato del previsto.

Gli azzurri iniziarono la loro avventura olimpica contro il Messico, il match fu giocato il 21 luglio. Sin dalle prime battute fu chiaro come i messicani corressero il doppio rispetto ai nostri. Cannavaro e compagni furono in difficoltà per tutta la partita, e a cinque minuti dalla fine i messicani passarono in vantaggio con un preciso tiro di Palencia. Una sconfitta pesante per i ragazzi di Maldini, che da quel momento in poi non potevano più sbagliare.

Due giorni dopo ad attendere gli azzurri c’era il temibile Ghana. Una partita determinante in chiave qualificazione, visto che la compagine africana aveva perso la gara d’esordio contro la Corea del Sud.

Gli azzurri partirono bene trascinati dall’esperienza di Crippa e Branca. Fu proprio l’attaccante dell’Inter a portare in vantaggio i nostri all’ 8′ con un bel destro al volo, sfruttando al meglio un bellissimo assist di Nesta proveniente dalla sinistra. Purtroppo il vantaggio durò poco più di cinque minuti; infatti Saba con una botta violentissima da trenta metri superò Pagliuca.

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Al 44′ l’Italia ebbe nuovamente l’opportunità di riportarsi in vantaggio: Crippa, dopo una bella iniziativa personale, venne steso in area guadagnando un calcio di rigore. Dal dischetto Branca trasformò con tranquillità, la squadra di Maldini chiuse il primo tempo in vantaggio.

Al 65′ ecco l’episodio che condizionò in maniera negativa il match degli azzurrini: Galante si fece sorprendere da un rimpallo e contrastò in area l’attaccante ghanese. L’arbitro spagnolo García-Aranda fischiò rigore ed espulsione. Ahinful trasformò il penalty.

Per l’Italia, a quel punto, la situazione si fece complicatissima, Crippa e compagni erano sul 2-2 e con un uomo in meno. Alla fine della partita mancavano ancora venticinque minuti, con il Ghana che sembrava essere in condizioni fisiche decisamente migliori rispetto a quelle dei nostri.

Al 74′ ci fu la rete del vantaggio della squadra africana, fu ancora Saba con uno splendido tiro a superare Pagliuca. I calciatori italiani cercarono di reagire, ma lo fecero in maniera confusa. L’avventura degli azzurri alle Olimpiadi era già terminata dopo soltanto due partite.

Nell’ultimo match del girono la compagine italiana superò la Corea del Sud grazie ad una doppietta di Branca, sempre lui, che con quattro gol fu il bomber della squadra e l’unico giocatore azzurro ad essere riuscito a far gol in quella competizione.

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Per la squadra olimpica italiana, dopo la delusione di quattro anni prima a Barcellona, un’altra partecipazione incolore alle Olimpiadi. L’impressione fu che i nostri arrivarono ad Atlanta già abbastanza spremuti, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista mentale. Anche le convocazioni e le scelte di Cesare Maldini non convinsero del tutto, ad esempio sprecare un fuori quota per convocare un portiere quando in rosa hai Buffon, già portiere titolare del Parma, sembrò uno spreco. Così come apparve discutibile la scelta di lasciare a casa Signori e Protti, entrambi capocannonieri della serie A 1995/96. Uno dei due avrebbe fatto sicuramente comodo. Senza dimenticare che c’era anche un certo Gianluca Vialli, che aveva dato la sua disponibilità per partecipare alle Olimpiadi.

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