Il Torino nel 1991 tornò finalmente a giocare in Europa dopo un’assenza durata quattro anni. Stagioni complicate per i granata che vissero anche l’umiliazione della retrocessione in B. La compagine allenata da Mondonico era finalmente rinata potendo contare su una rosa di livello internazionale, con calciatori di grande spessore tecnico come ad esempio Lentini, Martín Vázquez, Scifo e Casagrande.
I primi avversari dei granata in Coppa Uefa furono gli islandesi del Reykjavik. Una match semplice per i ragazzi di Mondonico, che vinsero 2-0 all’andata grazie ai gol di Mussi e Annoni, e nella gara giocata a Torino si imposero con un tennistico 6-1.
Nel secondo turno una brutta gatta da pelare: il Boavista. I portoghesi nel primo turno avevano eliminato l’Inter di Orrico.
Pasquale Bruno e compagni, tra le mura amiche, superarono il Boavista 2-0 con le reti di Lentini, dopo soltanto due minuti, e di Annoni. La gara di ritorno, giocata ad Oporto il 6 novembre 1991, terminò 0-0. Un risultato che permise ai granata di qualificarsi agli ottavi di finale dove avrebbero affrontato i greci dell’Aek Atene.
Il match fu più difficile del previsto, in Grecia la partita terminò 2-2. Per il Torino andarono a segno il brasiliano Casagrande e Bresciani. Fu ancora una volta il bomber sudamericano a decidere la gara di ritorno, una rete pesantissima che regalò la qualificazione alla compagine allenata da Mondonico.
Ai quarti di finale i granata affrontarono i danesi del BK 1903 Copenaghen, la sorpresa di quella competizione visto che avevano eliminato e umiliato il Bayern Monaco siglando in Danimarca ben 6 reti.
Il Toro superò facilmente questo ostacolo con un risultato complessivo di 3-0.
Era il 15 aprile 1992 quando il Torino affrontava il grande Real Madrid nella partita di ritorno della semifinale di Coppa Uefa. Per i granata c’era la grande possibilità di entrare nella storia.
Nella gara d’andata giocata a Madrid le merengues erano riuscite a prevalere con il risultato di 2-1 in una partita particolarmente combattuta. Al vantaggio granata di Casagrande erano riusciti a replicare prima Hagi e poi Hierro. Così nella partita di ritorno la qualificazione era apertissima per entrambe le squadre.
Torino e Real Madrid si schieravano in campo con le seguenti formazioni:
Torino: Marchegiani, Bruno, Mussi, Fusi, Annoni, Cravero, Scifo, Lentini, Casagrande , Martin Vazquez, Venturin All: Mondonico
Real Madrid: Buyo, Chendo, Lasa , Rocha, Maqueda, Milla, Butragueno, Michel, Hierro, Hagi, Llorente All: Beenhakker
La squadra di Mondonico iniziò subito con ritmi molto alti e al 7’ Lentini con una delle sue tipiche azioni sulla fascia destra riuscì a mettere in area un pallone invitante in direzione di Casagrande, che fu anticipato da un maldestro intervento del suo connazionale Ricardo Rocha, il quale depositò alle spalle di Buyo. A questo punto i granata erano già qualificati grazie al gol segnato in trasferta, ma ovviamente il Real iniziò ad alzare il baricentro cercando il pareggio con le giocate di Butragueno, Michel e Hagi. Il Torino resisteva con grande grinta grazie ad una impeccabile fase difensiva, e al 75’ completò la partita perfetta: Lentini, questa volta sulla sinistra, superò l’avversario in velocità e con un perfetto assist invitò Luca Fusi a depositare in rete il secondo gol . Torino batte Real Madrid 2-0!
Un grande risultato per Scifo e compagni, che in finale avrebbero affrontato l’Ajax allenato da Louis van Gaal, che in semifinale aveva eliminato il Genoa.
Il 29 aprile 1992 la gara d’andata giocata a Torino fu molto complicata. I granata furono costretti sempre ad inseguire: gli olandesi passarono in vantaggio con Jonk, pareggio dei piemontesi con Casagrande. Lo svedese Petterson portò nuovamente in avanti i lancieri. Fu ancora una volta Casagrande a ristabilire la parità a cinque minuti dal termine. Torino-Ajax 2-2.
I granata se volevano alzare il trofeo avrebbero dovuto vincere in Olanda, un’impresa tutt’altro che semplice.
Nel match di ritorno il Torino le provò davvero tutte, fu un vero assedio. L’Ajax si rivelò essere un’ottima squadra, ma anche molto fortunata; infatti i granata colpirono ben tre pali.
Oltre alla sfortuna, il Torino protestò per diversi episodi non fischiati dall’arbitro, che fu protagonista di una direzione di gara abbastanza casalinga.
Indimenticabile il gesto del mitico Emiliano Mondonico, che per protesta sollevò una sedia. Un’immagine che nel corso degli anni diventò un simbolo di quell’avventura granata.
La partita terminò 0-0, l’Ajax grazie alle reti segnate in trasferta vinse la Coppa Uefa 1991/92. Per il Torino tanta amarezza e delusione per un trofeo che questa volta sembrava essere davvero alla portata. Un percorso praticamente perfetto, i granata persero soltanto la gara d’andata contro il Real, a cui mancò solamente la ciliegina sulla torta.