Nella Coppa delle Coppe 1997/98 c’era una squadra che un po’ a sorpresa arrivò in semifinale: era il mitico Vicenza allenato da Francesco Guidolin.
La compagine biancorossa aveva meravigliato tutti per aver superato in scioltezza squadre come Legia Varsavia, Shakhtar Donetsk e Roda segnando ben 17 gol in 6 partite! Il bomber della squadra era Pasquale Luiso, che poi diventerà il capocannoniere della competizione con 8 reti.
Gli uomini di Guidolin in semifinale trovarono uno scoglio durissimo da superare: il Chelsea allenato da Gianluca Vialli. Il passaggio del turno sembrava essere un’impresa proibitiva per i veneti, ma quel Vicenza era abituato alle grandi imprese.
Il Chelsea poteva contare su una squadra di alto livello con calciatori, che a differenza di quelli vicentini, avevano già accumulato grande esperienza a livello internazionale. La compagine inglese era composta da elementi come il difensore francese Frank Lebœuf, il rumeno Dan Petrescu, vecchia conoscenza del nostro calcio, il centrocampista inglese Dennis Wise, l’uruguaiano Gustavo Poyet e poi i tre italiani Gianfranco Zola, Roberto Di Matteo e l’allenatore-giocatore Gianluca Vialli.
La partita d’andata della semifinale della Coppa delle Coppe 1997/98 si giocò a Vicenza il 2 aprile 1998. I biancorossi si schierarono con la seguente formazione:
Brivio, Belotti, Di Cara, Mendez, Schenardi, Di Carlo, Viviani, Ambrosini, Ambrosetti, Zauli, Luiso
Di Carlo e compagni partirono subito bene giocando ad alti ritmi e al 16’ Viviani con un bellissimo lancio innescò Zauli, che con una magia agganciò prima il pallone al volo di sinistro e poi con un destro chirurgico riuscì a superare il portiere olandese de Goey. Lo stadio Romeo Menti diventò una bolgia infernale e cercò di trascinare i biancorossi al raddoppio, che gli uomini di Guidolin sfiorarono più di una volta.
Nella ripresa la musica cambiò: il Chelsea si svegliò dal torpore del primo tempo e iniziò a giocare con maggiore intensità e aggressività. Il Vicenza era in difficoltà e negli ultimi venti minuti iniziò a farsi sentire la stanchezza. Mister Guidolin cercò di correre ai ripari con gli innesti di Stovini, Beghetto e Firmani, che riuscirono a dare un aiuto importante in fase difensiva. Nonostante la pressione esercitata dagli inglesi, il risultato non cambiò e il Vicenza riuscì a compiere l’ennesima impresa.
Certo, la gara di ritorno in Inghilterra si preannunciava durissima, ma il Vicenza aveva già dimostrato che grazie all’organizzazione e ad alcune individualità importanti, poteva giocarsela contro chiunque.